Gabriele e Marco Bianchi: questi i nomi dei due fratelli laziali che nel 2020 hanno pestato fino alla morte il 21enne Willy Duarte. Ecco cosa sappiamo di loro.
Tatuaggi, arti marziali, e una certa predisposizione ai piccoli crimini e alla violenza: questo il profilo di Gabriele e Marco Bianchi, i due fratelli di Artena che sono stati condannati per l’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte, avvenuto nel 2020. Ecco cosa sappiamo della loro vita, prima e durante il carcere.
I fratelli Bianchi: biografia
Marco e Gabriele Bianchi sono nati nel Lazio, rispettivamente nel 1994 e nel 1996, e hanno vissuto nel comune di Artena, nella città metropolitana di Roma Capitale, insieme ai genitori e al fratello maggiore, Alessandro.
La vita dei fratelli Bianchi prima del carcere
Marco e Gabriele hanno sempre coltivato una passione in comune, l’MMA, ossia le Mixed Martials Arts, una disciplina da combattimento che unisce diverse arti marziali, ma più che per le loro doti atletiche, si sono fatti conoscere nella loro città e nei dintorni per essere personaggi piuttosto violenti ed aggressivi, senza remore nel picchiare ragazzi, anche per i motivi più insignificanti – un commento di troppo su Facebook o uno sguardo sostenuto in modo sbagliato, raccontano diversi testimoni a Fanpage.it.
Sui social amavano sfoggiare i loro tatuaggi, i loro gioielli oro e le loro moto, ma dalle forse dell’ordine erano già conosciuti per reati come pestaggi, spaccio e riscossione di spaccio per conto di terzi. Non stupisce che, dopo la morte di Willy Duarte, sia spuntata l’accusa di un’aggressione ad un altro ragazzo, avvenuta precedentemente.
Uno dei due, Gabriele, era impegnato anche in un’altra attività: dopo il lockdown, aveva infatti aperto la ‘Frutteria profumi dell’orto’ nel comune di Cori, ricevendo lodi persino dal Tg3 regionale del Lazio. La licenza di commerciante gli è stata chiaramente revocata dopo la condanna.
Il pestaggio a Willy Monteiro Duarte e la condanna
La notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, i fratelli Bianchi si sono resi protagonisti di un pestaggio brutale ai danni del 21enne di origine capoverdiana Willy Monteiro Duarte. I due sarebbero stati chiamati “in soccorso” da amici, coinvolti in una rissa scoppiata nei pressi di un locale in piazza Oberdan, a Colleferro. Scesi dal loro SUV, avrebbero iniziato a colpire il povero Willy – che si trovava lì per aiutare un amico – in modo talmente crudele da causare la sua morte.
Per la fine del giovane, giudicata “assurda nei motivi e nelle modalità che l’hanno determinata” e per l’accanimento del gruppo che ha continuato a picchiarlo nonostante apparisse “già totalmente remissivo”, i due fratelli sono stati inizialmente condannati all’ergastolo, salvo poi vedere la loro pena diminuita a 24 anni di reclusione in Appello, per via delle attenuanti generiche. Gli altri due accusati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli hanno ottenuto invece 23 e 21 anni di carcere.
I fratelli Bianchi: la vita in carcere
Reclusi nel carcere di Rebibbia, i due fratelli hanno più volte lamentato un comportamento di emarginazione e di minaccia nei loro confronti da parte degli altri detenuti.
Gabriele Bianchi poi, si sarebbe trovato alle prese con diverse lettere inviategli da ammiratrici, che avrebbero fatto ingelosire molto la sua fidanzata e madre del suo primo figlio, nato mentre lui era incarcerato. Oltre a lei, che si chiama Silvia Ladaga ed è la figlia del coordinatore di Forza Italia nel comune di Velletri, a sostenere i due fratelli fuori dalle sbarre, ci sono i genitori, che più volte sono stati sentiti fare affermazioni agghiaccianti sulla vicenda di Willy. La madre dei condannati avrebbe detto “Questa è una storia che hanno sbattuto in prima pagina, nemmeno fosse morta la Regina!”.